Monitor Philips 239C4QHWAB in test
Colour banding
Come primo test abbiamo verificato la presenza del classico fenomeno del colour banding, ovvero delle bande di colore sulle sfumature, con diverse tonalità.
Il comportamento del Philips rimane nella media per un prodotto dotato di un pannello IPS da 6-bit + A-FRC.
Uniformità
Suddividendo lo schermo in nove rettangoli, abbiamo misurato con il colorimetro l’uniformità della luminosità e dei colori. La differenza massima registrata è risultata pari al 14%, con una media dell’8,7%, per quanto riguarda la luminosità, mentre per il colore, il Delta-E maggiore è stato di 1,7, con una media dell’1,0.
Abbiamo inoltre catturato due immagini con una schermata nera al buio con diverso tempo di esposizione della fotocamera. L’immagine di sinistra riporta la situazione più simile riscontrabile a occhio nudo, mentre quella di destra ha una sensibilità maggiore alla luminosità.
Il test è fortemente dipendente dal singolo esemplare e quello giuntoci in redazione non risulta particolarmente fortunato. Nella zona in basso a sinistra si evidenzia un barlume di luce chiara, mentre dalla parte opposta, angolo in alto a destra, la colorazione vira sul rosso. Quest’ultimo non è evidente quando la schermata è full screen, mentre per la zona inferiore, quando la riproduzione vira su tonalità scure, si fa un poco notare.
Angoli di visione
In questo test andiamo a valutare la deviazione colorimetrica all’aumentare dell’angolo di visione per i quattro lati. In questo test prevalgono in genere i display a matrice IPS e PLS; seguono i VA e infine i TN.
Il pannello di natura IPS non delude e il monitor non mostra evidenti problemi all’aumento degli angoli di visione.
Reattività
Per testarne la reattività abbiamo utilizzato il software PixPerAn (macchinina) e il tool presente su TestUfo.com. Per i vari setting di overdrive presenti nel Philips 239C4QHWAB, disattivato, veloce, più veloce, il più veloce, sono state catturare dieci foto con la fotocamera impostata con ISO 3200.
Nel test dell’ufo, passando dal setting “il più veloce” all’opzione “disattivato”, si nota ad occhio un poco di definizione maggiore nella configurazione dell’overdrive più spinta, ma non si apprezza un salto netto. Di conseguenza, nel passaggio da un settaggio all’altro la differenza è ancora più risibile. Segnali di overshoot causati dall’overdrive non sono stati rilevati; neanche nell’impostazione più reattiva è stato mostrato il reverse ghost (fantasma scuro).